W GLI SPOSI – Part 1

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Aprire la cassetta della posta non è mai un buon momento, generalmente c’è sempre qualcosa da pagare, sempre brutte notizie, ma quando si è genitori c’è un altro momento che ti fa venire i sudorini sulla schiena… le partecipazioni delle nozze!

Panico, immancabilmente come arrivano parte il toto “ ma dobbiamo andare tutti? “ “ ma forse le belve no ?” e da li altro dramma, “ chi le tiene le belve, con chi stanno?” quando poi ti dicono “ portali che problema c’è” ecco io li mi sento svenire, perché immagino già Tommy e Jojo che litigano, che si picchiano che si rincorrono, che urlano, che magari urtano qualcosa o qualcuno insomma due danni viaggianti, ma questa volta devo dire che gli sposi mi hanno proprio stupito!

Doveva essere un fine settimana catastrofico meteorologicamente parlando, invece ci ha voluto proprio bene, a parte il piccolo diluvio che è giunto nel momento preciso in cui la sposa scendeva dalla Rolls Royce e doveva arrampicarsi per una salita ripida comprensiva di scale per giungere alla chiesa. Sposa bagnata sposa fortuna, oddio io credo che più che fortuna in quel momento si sia sentita parecchio incavolata, ma poi una volta che entri in chiesa tutto passa.

Lei splendida, radiosa come ogni singola sposa che ho visto, secondo me emanano una luce diversa non so spiegare. Lui lo sposo si è difeso bene, anzi molto bene, bello sorridente rilassato ( almeno all’apparenza ) favoloso.

Ci siamo sistemati tutti e 4 sulla panca lato sposa, perché nonostante le mie dimostranze il mio compagno non ha ceduto “ No i bimbi vengono con noi” talvolta questo suo coraggio eroico mi preoccupa, comunque sia tutti ai posti e parte la messa, alla terza volta che il prete ci ha detto seduti ci siamo accorti che avevamo cambiato per la terza volta i posti, la nostra non era una panca era una giostra senza cavalli.

Tommaso e jojo sfrecciavano dietro di noi quando eravamo in piedi e sopra di noi quando eravamo seduti, gli ho minacciati in ogni modo, ma poi la loro irrequietezza tornava fuori, ad un certo punto pur di separarli ho spedito Tommaso a fare la comunione. La povera creatura ha fatto tutto il giro della chiesa si è messo in fila ed io che lo guardavo “ vai vai” e lui mi guardava sconsolato ed io “ ma dai su “ a quel punto si è avvicinato e mi ha detto “ mamma io non posso farla, non sono ancora passato a comunione” cavolicchio è vero, ops!

Usciamo dalla chiesa Jojo un tantino affamato afferra con cupidigia i conini disposti fuori con il riso mi guarda e mi implora “ mamma posso mangiarli” escono gli sposi applausi, palloncini che volano, riso da ogni parte, baci abbracci auguri, sorrisi, e jojo dietro di me che mi perseguita stile il bambino del sesto senso con sguardo pallato e mi dice “ mamma io ho fame “.

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Ciao Pa

vita

Ciao Pa,

ti ricordi quella canzone di Vasco Rossi che diceva “oggi voglio stare spento” ed oggi vorrei fare proprio questo.

Da quando ho acceso la radio stamani mattina e invece di Virgin radio ho sentito radio Maria ho capito che era giornatuccia.

Oggi quel nodo alla gola che mi attanaglia da mesi è più forte, non so il perchè, forse l’ennesimo problema, l’ennesima matassa da sbrigliare, l’ennesima situazione in cui tu e solo tu avresti saputo aiutarmi , indicarmi indirizzarmi. Come ogni volta sarei venuta alla tua scrivania mi sarei seduta davanti a te e avrei cominciato ad esporti il problema, ne avremmo parlato, trovato ogni cavillo e riflettendo lo avremmo risolto, di fronte ad ogni mia dimostranza tu avresti preso il codice civile avresti inforcato gli occhiali e avresti detto “ art 1120 … “ io molto probabilmente avrei alzato un ciglio e avrei detto “mah” e tu mi avresti detto “ ma ma… c’è poco da dire ma il codice è il codice “ e poi ti saresti girato verso il tuo pc e mi avresti detto “ via su vai che ho da fare i bonifici con l’home banking che poi mi scade sta’ benedetto password” tutto ovviamente un po’ più colorito di così, ed io sarei tornata alla mia scrivania.

Una volta a sedere mi sarei girata e ti avrei visto lì a sedere che imprecavi verso l’ennesimo codice che scadeva oppure l’ennesimo iban che non tornava, dopo poco avremmo trovato il pretesto per una battuta, una risata, oggi invece mi giro vedo la sedia vuota, ma non è la sedia che è vuota è tutto lo studio che è vuoto senza di te.

Tutti ci dicono di farci forza, di lavorare, di andare avanti, di pensare a quello che abbiamo, di pensare a chi sta peggio, di ringraziare per la fortuna che abbiamo avuto e del tempo che ci è stato dato, ma la verità Pa è che oggi io mi prendo il mio sacrosanto diritto di essere triste, di essere incazzata, di essere spenta appunto, mi prendo questo diritto Pa perchè son passati solo 27 giorni, 27 giorni in cui noi non ci siamo mai fermate, mai, approfitto della notte per piangere oppure quando sono sola in macchina, oppure quando i bimbi dormono e non mi sentono, 27 giorni in cui abbiamo raccontato la tua storia, 27 giorni che suonano alla porta o suona il telefono e mi chiedono ” Suo padre c’è ”  ed io vorrei rispondere “MAGARI”.

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Tutto cambia

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Pensi che a te non debba accadere mai, pensi che vedrai spirare i tuoi genitori in un età compresa fra i 100 e i 120 anni, senza sofferenza alcuna, solo la vecchiaia che passa, nient’altro.

Pensi che la vita talvolta possa essere meno dolorosa di quello che pensi, pensi che quando arriverà il momento sarà “indolore” un soffio e l’anima vola via.

Lo pensi, ci credi, poi apri gli occhi e ti ritrovi in una scena da film, dove vorresti urlare “fatemi uscire da qui” dove, da come ti sembra surreale e grottesca la situazione, non riesci a credere che stia succedendo davvero. Vorresti un altro respiro vorresti vedere muovere ancora il petto, capire che il cuore batte ancora, capire che c’è ancora, che è lì, te ne freghi tutto il mondo in quel momento, ti distacchi dalla realtà perchè ti fa troppo male e non la vuoi accettare.

Qui la natura umana più perfida viene fuori, la natura egoista che è in noi che ti fa pensare “ io lo vorrei ancora qui” ignorando le sofferenze atroci che sta provando quel povero corpo inerme, la natura cattiva che è dentro tutti noi vieni fuori e pensi “perchè lui, perchè non qualcun’altro” il “perchè” e il “se” diventano le tue parole d’ordine, diventano i tuoi tormenti.

Non passa giorno che la tua mente non si assilli che tutte le domande del mondo, ma tanto non troverai mai risposta, perchè tanto una risposta non c’è.

Non si passa questo dolore, non lo accetterai mai, si impara solo a convivere con il dolore, che buffo.. sono le stesse parole che il dottore disse a mio padre qualche mese fa “ non si guarisce dalla malattia, si impara a convivere con la malattia”, peccato che con alcuni “mostri” non puoi convivere, vogliono tutta la tua vita, la tua anima, ti prosciugano fino all’ultimo inesorabile momento e tu non puoi fare niente. Forse la cosa più atroce è che capisci quanto sei inutile, quanto non servi a niente, non puoi fare niente, solo affidarti ai dottori, seguire protocolli, sperare, pregare,

Dentro hai una tristezza continua, ridi scherzi, cerchi di sdrammatizzare tutto, ma dentro di te rimane a farti compagnia questa tristezza, come se fosse diventata il fondale della tua esistenza, talvolta riesci a tenerla a bada sul fondo, come se fosse un fondale marino con sassi, percepisci la pesantezza, ma riesci comunque a nuotare, talvolta è più sabbioso, come ti muovi si solleva quella poltiglia, niente è più nitido tutto è confuso, poi ci sono le volte che non senti la pesantezza, l’acqua è limpida, ma ti muovi e capisci che il fondale si è trasformato in delle sabbie mobili; ti prendono, sei sopraffatto dai pensieri, dai ricordi, dalle immagini terrificanti delle ultime ore, il rumore di quel respiro il tuo cuore che batte all’impazzata dalla paura quando si accorge che cambia, poi le immagini belle i ricordi di una vita, la sabbie mobili ti afferrano e non ti lasciano andare via, ti manca il fiato, le lacrime scendono inesorabili fino a che non capisci che ti devi arrendere non puoi lottare, devi far passare anche questa ondata di dolore per poter ripartire a nuotare.

Mio figlio Tommy mi ha detto “ dicono che uno non è un eroe finchè non muore lo sai Mamma?! Il nonno sarà sempre il mio eroe, sarà sempre l’eroe dei miei sogni”.

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TEAM BRIDE – SI .. LO VOGLIO PART 2.

lancio

Ore 08.30 io la stilista ci si trova a fare colazione, mai partire a stomaco vuoto,   prima tappa casa della psicologa, io le dico “vado avanti io tanto so la strada” lei mi risponde “ vai piano ho una smart..” praticamente mi pareva di avere dietro Alonso, ridevo da sola mentre guidavo, vedevo sta barbie bionda tutta assettata al volante di quella scatolina, pareva un fulmine, ero quasi in soggezione!

Giunte a destinazione aspettiamo il segnale da Master Chef che arriva con la sposa da Genova e ripartiamo, stavolta cambiamo mezzo e montiamo in auto con la Pubblicitaria.

Avete presente Ritorno al Futuro? Ecco uguale, io e la Psicologa si pareva Doc con tanto di capelli ritti e bianchi, mentre la stilista davanti stava tranquilla e serena.

Mentre la pubblicitaria sfrecciava io e la Psicologa dietro ci si chiedeva dove cavolo ci si poteva tenere in una macchina sportiva, ovviamente i sedili stile auto da corsa, tutto di pelle, che con i 40° che c’erano potevano essere un problema, ma no cari miei, perché se viaggiate in auto con la Stilista e la Pubblicitaria oltre alla velocità dovete aspettarvi la temperatura stile polo nord… VUOI NON USARE IL CLIMATIZZATORE. Praticamente ad un certo punto c’erano tipo –12° in auto, io ero ibernata e la psicologa dalla velocità ero ritornata indietro nel tempo, praticamente ora ha 10 anni!

Poi Master Chef ci ha chiamato per sapere dove uscire, la stilista chiedeva alla psicologa, la psicologa chiedeva alla pubblicitaria, la pubblicitaria chiedeva al navigatore, io nel frattempo ero sempre ibernata!

Ci ritroviamo nel posto più semplice parcheggio del Mac, saluti baci e abbracci, il tempo di un caffè, di agghindarci tutte con magliette e quant’altro e riusciamo.

Fuori incontriamo colui che porterà la sposa in volo, lei ovviamente non sa nulla e non sospetta nulla… diciamolo… non sono mica tante le deficienti come noi che regalano un lancio con la parapendio ad una povera creatura!!!

La sposa guarda questo uomo e nel momento in cui lui le dice “ ti farò provare un’emozione fortissima…” lei sgrana l’occhio… e ci guarda tra il terrorizzato e lo sconvolto, tutte ridono, io nel frattempo comincio a scongelarmi.

Non faccio in tempo a sentire le dita dei piedi che si rimonta in macchina, io di nuovo nell’igloo ovviamente!

Lungo tragitto in macchina, la sposa pure bendata, poi parcheggiamo in mezzo al bosco si scende si apre la bauliera e l’istruttore carica sulle spalle della sposa ( che sarà più o meno 40 chili ) lo zaino per il volo con il parapendio. Lei a quel punto pare uno zombie!

Stile sette nani ci addentriamo nel bosco con passo lesto, si sudava come cavalli, la psicologa terrorizzata dai ragni ( quindi il bosco è il suo habitat naturale ) saltellava con le zeppe ( vuoi non venire nel bosco con le zeppe???) la boss delle torte terrorizzata dagli insetti ( quindi anche lei felicissima di camminare 30 minuti nel bosco ) con le ciabatte, master chef che è sempre perfetta aveva pure la collana con le perline, la pubblicitaria ci teneva sveglie al grido di “ selfieeeee” credo che abbia fatto dei selfie anche con una quercia. La stilista filmava tutto con il suo super iphone, credo che se gli altri hanno il 6 lei minimo ha il mod. 8, io, sarete felici di sapere che, mi ero scongelata in compenso sudando come un maratoneta tenevo a tracolla la borsa e la macchina fotografica.

Poi si arriva nel punto del lancio o decollo, non so bene come si dice. La sposa tremava, sorrideva ma io ho capito che in realtà era una paresi facciale dettata dalla paura. La boss delle torte era più spaventata di lei, la pubblicitaria e la stilista incitavano e dicevano “ che figata facciamolo anche noi “ la Master chef le diceva “ vai tesoro supera le tue paure “ poi si voltava verso di me e all’unisono si diceva “ col belino che noi si farebbe “.

La Psicologa comprendendo il momento di panico interviene, chi meglio di lei, si alza in piedi (perché fino a quel momento era attaccata alla gamba di master chef   dalla tensione ) e le dice “ ora se vuoi possiamo dire una preghiera insieme eh???”

L’istruttore continua a spiegare tutta la manovra, la sposa annuisce ma si vede che in realtà sta pensando a dove scappare nel bosco, poi comincia l’attesa del vento, ed ecco la folata giusta ed in un secondo la vediamo prendere il volo e rimaniamo tutte a bocca aperta, uno spettacolo unico.

Poi Master ci riporta alla realtà “ presto dobbiamo tornare indietro e andare a prenderla all’atterraggio “ panico, ripartiamo tutte leste sudate come non mai in mezzo al bosco fra una risata e l’altra al recupero della nostra SPOSA VOLANTE…

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