A volte basta poco. Solo 7 giorni per cambiare l’abitudine di un bambino. Ogni genere di abitudine, dal sonno al ciuccio fino alla cacca. Basta un po’ di fermezza.
…solo che a volte manca…
Vedo crescere il mio bambino, lo vedo affrontare passo dopo passo la vita e mi accorgo non solo della meraviglia delle sue ‘grandi’ scoperte e degli immensi traguardi che riesce a raggiungere ogni giorno, ma vedo anche meglio me stessa e i miei limiti, di donna e di mamma.
E ne ho moltissimi. Ho poca pazienza, ho poca fermezza, sono troppo morbida…insomma ho trovato una marea di difetti che prima non vedevo assolutamente. Devo lavorare molto su me stessa….
Questi cuccioli sono davvero dei ‘vasi vuoti’ da riempire. Loro fanno quello che gli consenti di fare. Sono furbi e ti mettono costantemente alla prova con strategie e tecniche geniali e sorprendenti. Loro devono capire fino a dove possono arrivare con te. E cercano di scoprirlo fin dalla più tenera età. Tenerissima, pochi mesi. A volte ti prendono per sfinimento. Se le inventano tutte. E solo dopo un bel po’ di tempo ti accorgi che è da un bel pezzo che ti prendono… ‘per il naso’!
E così, magicamente, dopo i primi errori clamorosi, ho capito che se lui ha delle cattive abitudini è solo colpa mia e della mia pigrizia (e stanchezza…perché una mamma che lavora è pur sempre una mamma che arriva a casa stanca).
Allora ho pianificato la mia strategia. Ho capito che se voglio togliere una cattiva abituidine al mio bambino ci vogliono 7 giorni. 7 giorni di fermezza (ed energia) da parte mia. E ho scoperto magicamente che lui dopo 7 giorni di lotta estenuante accetta la nuova situazione, se ne fa una ragione e cambia.
La prima volta l’ho testato per la nanna. Lui non ne voleva sapere di addormentarsi da solo quando le mettevo a nanna io. Per farlo addormentare ci mettevo 90 minuti, una partita di calcio! Mentre con mio marito in 10 minuti…tutto fatto! E così mi sono riletta il mitico libro ‘Fate la Nanna’ che consiglio a chiunque abbia problemi col suo bimbo in fatto di nanna. L’ho riletto bene bene e l’ho applicato. Dopo una settimana Michele si addormentava da solo e io potevo uscire dalla stanza dopo soli 3 minuti. 3. li ho cronometrati.
E così è stato lo stesso per il ciuccio. Capitava spesso che lui lo volesse di giorno. E se non glielo davo erano strilli. Ma strilli di quelli sonori che quando sei al supermercato tutte le vecchine e mamme mature si girano a guardarti con aria seria e critica (al che ti vorresti sotterrare) e tu a quel punto gli ridai il ciuccio per farlo stare zitto…e dici “oh che strano…non succede mai che faccia così…” (falsa!!!). Bè anche lì mi ci sono messa di buona lena. Ho messo in conto: almeno 10 figure di cacca nei posti che frequentavo di più, almeno un paio di commenti acidi da parte di terribili vecchiette…ma alla fine dopo 7 giorni tutto è cambiato e lui non aveva più bisogno del ciuccio …e senza scenate!
Dopo un mesetto gliel’ho tolto la notte. Idem.
Così quest’estate col pannolino…7 giorni son bastati!
Insomma, crescono questi cuccioli. E con loro crescono anche le mamme. (crescono, non invecchiano!)
Si evolvono rapidamente e imparano in fretta. Mi lascio ancora sorprendere dalla capacità che hanno di affrontare i grossi cambiamenti in così poco tempo. E’ nato ieri per me, e invece ieri è entrato alla materna…
Attenzione al metodo Estivill, lui stesso ha recentemente ammesso i limiti del suo metodo, affermando che: “Le regole illustrate in ‘Fate la nanna’ erano per i bambini dai tre anni in su che soffrivano della cosiddetta ‘insonnia infantile per abitudini scorrette. Queste norme non possono essere applicate in caso di bambini più piccoli a causa dell’immaturità del loro orologio biologico.”
La mia esperienza e quella di tante altre mamme che a loro volta mi hanno consigliato il libro va nella direzione di accreditare il metodo. Ovviamente come ogni sistema non è perfetto e probabilmente non sarà adatto a tutti i bimbi… ma dopo questo articolo sono stata contattata da un’amica dell’Australia che mi ha chiamata orgogliosa di essere finalmente riuscita a mettere suo figlio a nanna in complessivi 25 minuti (invece di 90). A mio avviso i libri così come i metodi in generale non vanno seguiti alla lettera ma interpretati e riadattati alla proprie esigenze. Chi è capace di farlo in modo critico e costruttivo riesce a volte a risolvere problemi come quello della nanna che alla lunga destabilizzano non solo il bimbo ma anche la coppia! ;-)
Bisogna fare molta attenzione però con questi metodi: il fine non giustifica i mezzi secondo me! Se un metodo funziona, non significa per forza che sia valido il modo in cui funziona…Ovvero, il bambino dopo qualche giorno dorme, ma perchè? Perchè si è rassegnato al fatto che nessuno risponderà più alle sue chiamate? …Meglio porsi delle domande su questi libri, soprattutto su chi sono gli autori. Spesso certi autori espirmono solo pareri personali e non si basano su evidenze scientifiche. Ogni genitore valuti se il metodo sia giusto, pensando al bene del proprio figlio, sotto il profilo emotivo, psicologico e pensando a come metabolizzerà certi input. Meglio dormire meno, ma col cuore in pace.
Il sonno è una delle funzioni più importanti per l’equilibrio dei bambini. Dormire è sano. Dormire è per loro indispensabile. I figli vanno anche saputo educare alla nanna. I genitori servono anche a questo. È facile nascondere la propria incapacità dietro tante scuse legate alla loro emotività. Allora davanti ai pericoli come ci si deve comportare? Non li sgridi sennò ci restano male e chissà come la prendono? Fare il loro bene può significare a volte (e a malincuore) dover dare delle regole anche se loro non vogliono.
Ciao mamme! Il metodo che vi fa disquisire (e che non applico) non fa capire al bambino che nessuno risponderà alle sue chiamate. Al contrario il bambino capisce che il genitore riscontra sempre le sue esigenze ma che, nel contempo, il capriccio per non dormire non sortirà effetto e non gli eviterà la nanna. Questo, almeno, e’ ciò che io ho capito.
Personalmente non amo i metodi scientifici e ne sto elaborando uno fantascientifico che presto divulgherò certo del successo.
Quindi secondo te, se capisco bene da cosa hai scritto, l’emotività dei figli passa in secondo piano, rispetto all’esigenza di dormire. Insomma chi se ne frega se il metodo che usi per far dormire tuo figlio lo renderà incapace di fidarsi delle persone, insicuro, lo farà sentire in un mondo ostile, se imparerà che è inutile comunicare con le persone che ti stanno vicine perchè tanto non ti risponderanno, che nessuno ascolta i tuoi i bisogni?
Certo che bisogna dare delle regole ai bambini, altrimenti si sentono confusi e non sanno che strada devono prendere. Ma anche nel dare regole ci sono modi e atteggiamenti differenti.
Io non credo a questa storia del “bisogna fargli del male per il loro bene..”.
E’ solo comodo per certi genitori.
Ma tu lo hai mai letto quel libro? Io l’ho letto 3 volte. Alla terza volta ho deciso di applicare quel metodo (rivisto un po’ in base al carattere di mio figlio) perché ritengo che ciò che c’è scritto sia giusto (a tratti un po’ troppo severo a mio avviso). I metodi non si applicano in base a chi li scrive ma in base a un giudizio personale. Se il metodo lo condividi lo applichi e comunque lo adatti alla tua situazione. Personalmente se consiglio un libro non è perché lo ha scritto qualcuno ma perché l’ho provato e lo condivido. Sono abituata a usare la mia intelligenza e la mia sensibilità. E soprattutto ho trovato quel libro perfetto x il carattere di mio figlio. Io penso al suo bene a 360 gradi cara. Non penso a compartimenti stagni!