Separation – quando comincia la fine


In un mondo in cui vale sempre di più la legge dei numeri mi vien da citare l’ISTAT:

Rispetto al 1995 le separazioni sono aumentate di oltre il 64 per cento ed i divorzi sono praticamente raddoppiati (+ 101 per cento). Tali incrementi si sono osservati in un contesto in cui i matrimoni diminuiscono e quindi sono imputabili ad un effettivo aumento della propensione alla rottura dell’unione coniugale”

Ma quando finisce un’unione, a chi interessano i numeri? Può alleviare il dolore pensare che “non siete gli unici”, può far passare il groppo che ti viene alla gola il sentirsi dire “di sicuro starete meglio ora”

Secondo me no. Ci vuole tempo, ci vuole pazienza, poi come sempre nella natura umana, tutto si supera.

E’ vero che il pensare “non siamo soli” ti dà in un certo senso una parziale sicurezza, non ti fa sentire una pecora nera in un immenso gregge bianco di coppie felicemente unite ( che per inciso vedi ovunque, secondo me è un po’ come la sindrome quando si è incinta si vede solo donne incinta e donne che hanno appena partorito, chissà perché?)

Se l’avere figli da una parte ti fa sentire peggio, il pensiero di cosa possano provare, l’incognita di cosa mai potrà provocare questo “trauma” nelle loro vite, dall’altra parte ti stimolano a non buttarti giù, ad andare avanti, a trovare il sorriso, a trovare il lato positivo, a vedere di nuovo il bicchiere mezzo pieno.

Perché per loro lo devi fare, è dura, perché vorresti avere un anno sabbatico per piangere singhiozzare e risollevare da un possibile fallimento la società che produce i kleenex, maledire ogni sorta di coppia, persona, musica, film qualsiasi cosa di puramente romantico qualsiasi cosa che ti fa vedere il lato bello dell’amore… lo vorresti far sparire con un battito di ciglia.

Ma non si può, non si può obbligare nessuno ad amarci ahimè, non si può costringere qualcuno a starci accanto, a vivere con noi.

I bambini hanno un dono unico, l’ho già scritto, riescono a prendere il meglio, anche se noi adulti non riusciamo nemmeno a vederlo “il meglio”.

Capisco che per gli adulti sia spiazzante e sconcertante, di punto e in bianco ti trovi di nuovo catapultato in un altro mondo, nel mondo dei separati, dei divorziati, nel mondo del fissare giorno e ora, nel mondo dei single, mille paure ti assalgano, finchè si sta insieme è un po’ come avere un’ipoteca sul proprio futuro, ed invece all’improvviso ti ritrovi dove eri tanti e tanti anni fa, con la differenza magari che non sei più così giovane, che hai una maturità diversa, una visione delle cose diversa, che magari sei genitore e quindi solo per quello la tua panoramica sul mondo cambia.

Ti dici quindi che sei troppo vecchia per fare la giovane, ma allo stesso tempo troppo giovane per fare la vecchia.

E da lì il dilemma, capire “cosa siamo” ora?

3 commenti

Archiviato in donne, matrimonio, moglie e marito, psicologia e affini, questione di cuore, vita quotidiana

3 risposte a “Separation – quando comincia la fine

  1. cristina

    parole sante, i numeri e il vedere amore ovunque non aiuta … però sicuramente hai detto una cosa che potrebbe davvero aiutarti .. sei un genitore e devi farcela per i tuoi cuccioli … il come e il quando è una grandissima incognita .. e così sarà per un tot indefinito di tempo .. però lo sai anche tu .. ogni giorno è un piccolo passo in avanti .. certo avanti non è definito e allora, che te ne frega !!!! Non devi per forza pianificare tutto… le cose + belle a volte capitano proprio all’improvviso .. e all’improvviso una mattina ti sveglierai e sentirai che il cuore fa un po meno male e quella cosa sul tuo volto non è una paresi … è il TUO FANTASTICO SORRISO!!!!!!!!

  2. Prenditi il tuo tempo. Lo dici tu stessa. Ci vuole solo tempo. Anche per ritrovare un’identità o un ruolo che senti più tuoi. Ma una cosa lo sei sempre tesoro. Sei una mamma. Io forse mi aggrapperei a quello…e ripartirei da lì.

  3. Max

    Nel 2008 le separazioni sono state 84.165 e i divorzi 54.351, con un incremento rispettivamente del 3,4 e del 7,3 per cento rispetto all’anno precedente. I due fenomeni sono in continua crescita: nel 1995 si verificavano 158 separazioni e 80 divorzi ogni 1.000 matrimoni, nel 2008 si arriva a 286 separazioni e 179 divorzi. La durata media del matrimonio al momento dell’iscrizione a ruolo del procedimento di separazione è risultata pari a 15 anni, 18 anni in media per i divorzi. L’età media alla separazione è di circa 45 anni per i mariti e 41 per le mogli; in caso di divorzio raggiunge rispettivamente 46 e 43 anni. Questi valori sono andati aumentando negli anni sia per una drastica diminuzione delle separazioni sotto i 30 anni – anche per effetto della posticipazione delle nozze verso età più mature1 – sia per un aumento delle separazioni con almeno uno sposo ultrasessantenne. La tipologia di procedimento prevalentemente scelta dai coniugi è quella consensuale: nel 2008 si sono chiuse consensualmente l’86,3 per cento delle separazioni e il 77,3 per cento dei divorzi. Il 70,8 per cento delle separazioni e il 62,4 per cento dei divorzi hanno riguardato coppie con figli avuti durante la loro unione. Fino al 2005 ha prevalso l’affidamento esclusivo dei figli minori alla madre. Nel 2006, la legge 54/2006 ha introdotto l’istituto dell’affido condiviso dei figli minori come modalità ordinaria. Nel 2008 il 78,8 per cento di separazioni con figli è stata con affido condiviso contro il 19,1 per cento di quelle con figli affidati esclusivamente alla madre.

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